
XVIII Gran Premio di Ustica di pescasub (1976)
Il Gran Premio Internazionale di pescasub ad Ustica è stata, sin dalla prima edizione del 1959, una gara di Pesca subacquea di assoluto prestigio internazionale, ed alla stessa hanno sempre partecipato i migliori subacquei del pianeta, gara collocata magistralmente nella prima settimana di luglio (salvo diverse necessità di calendario agonistico nazionale). Scopri di più sulla storia di Ustica e del suo gran premio per la pescasub a questo link.
Scenario era l’isola vulcanica di Ustica, luogo dalla straordinaria bellezza, autentica perla distante 41 miglia a nord di Palermo.
Gran premio di pescasub ad Ustica
L’isola, per la posizione geografica, per le bellezze naturali, per la limpidezza delle sue acque, per la splendida morfologia dei fondali, prevalentemente costituiti da frane ripide che cadono nel blu, e per la ricchezza di pesci, è un luogo tra i più belli al mondo.

Non a caso vi fu disputata una giornata del campionato del Mondo del 1960 vinto da Bruno Hermany, soffiando per un non nulla il titolo iridato (doppia pesata del pescato con altra bilancia) al fuoriclasse Claudio Ripa di cui prometto – per dovere storico ed ossequio al campionissimo – di parlare con il dovuto spazio in un altro momento.
La gara, che si svolgeva in due giornate di 5/6 ore, prevedeva una classifica individuale ed una per Nazioni.
La Nazionale siciliana di pescasub
Ciccio Santoro, indimenticabile Presidente Regionale, fu l’animus storico di questa manifestazione. A lui si deve, tra l’altro, l’ideazione della manifestazione e la lungimiranza di far gareggiare la SICILIA come fosse nazione a sé, senza che questi volesse inneggiare mai ad antiche ideologie separatiste.
Gli è che, e di ciò non si è mai detto, tale soluzione ha permesso agli atleti della rappresentativa siciliana di partecipare, nella veste di atleti alla manifestazione, alla stregua dei mostri sacri di tutto il mondo, attingendo in tal modo tecniche, stili ed astuzie dai più forti pescatori subacquei.
La manifestazione, che come detto richiamava i migliori fucili del mondo, permetteva alla scuola subacquea di Palermo di essere presente alla manifestazione, sia come atleti che come semplici osservatori. Era, soprattutto per i giovani, un osservatorio privilegiato da cui attingere a piene mani.
I palermitani al Gran premio di pescasub ad Ustica
Dall’osservazione della tecnica di pesca, soprattutto dei francesi, molti sub della scuola palermitana utilizzavano, già nella seconda metà degli anni sessanta, gli arbalete, fucili sino a quel momento poco usati in Italia; tra i tanti voglio ricordare Pedone, Messina, Ficano, Prestigiacomo, Fiorito, Caravello e Totò D’Amico, quest’ultimo senza dubbio il più forte.
Dopo questa divagazione passiamo subito alla descrizione della gara.

La gara
L’Italia era rappresentata da Massimo Scarpati, Claudio Martinuzzi e Donato Gerbino. La Francia dal Campione del Mondo in carica Jean Battiste (Titou) Esclapez, Jean Denis Caumer e dal polinesiano, già campione d’Europa 1972, Francis Nanai.
La Sicilia da Giorgio Luna, Massimo Testai e Riccardo Molteni.
La ex Jugoslavia dalla giovane promessa Franko Zanki, dal veterano Vielko Halbert e da Slobodan Makura.
Gli USA da John Ernst, Gary Thompson e da Carter Lentz.
Assente giustificata la nazionale spagnola per propri impegni agonistici.
Va doverosamente ricordato che questa gara si svolgeva dopo una settimana esatta dalla debacle (meritata) che l’Italia ha subito il 5 e 6 giugno nelle acque di Arbatax in occasione del XVII Trofeo Mondo Sommerso, edizione fotocopia (ma al meglio) del Campionato del Mondo svolto in Perù nel 1975. Di questa gara scriverò prossimamente.
Ebbene, va doverosamente evidenziato a più che in questa gran premio di Ustica di pescasub si sono trascinate, ancora una volta, tutte le incomprensioni e gli attriti maturati all’interno della nazionale, e più segnatamente da Kilkee in poi.
La prima giornata del Gran premio di pescasub ad Ustica
Il primo giorno di gara si svolge nel tratto di mare che va dallo Scoglio del Medico sino all’Homo Morto. E’ certamente quello più ricco ed interessante, tecnicamente molto valido.
Cielo sereno, mare calmo e visibilità vicina ai trenta metri: ci stanno tutti gli elementi per presagire una competizione di altissimo valore tecnico.
Da subito si capisce che, nel vedere pescare il Campione del Mondo, Esclapez, questi ha già una forma straordinaria, pesca nei primi 20/25 metri d’acqua con un ritmo impressionante, alterna lunghe planate a scorrere per fermarsi improvvisamente ad ispezionare meticolosamente una tana. Ma l’unico a poter tenere testa al francese è, e non poteva essere diversamente, Massimo Scarpati.

Mi permetto di ricordare ai più che Massimo, dal novembre 1974, gareggia con un solo occhio, e ciò a seguito di una disgraziata giornata di caccia ove un pallino gli ha definitivamente tolto il visus dell’occhio sinistro. Massimo risente molto di questo handicap, ma questa penalità oltre che materiale è anche – e soprattutto – psicologica, infatti la sua incommensurabile classe, unita a doti di pescatore straordinario, riescono a supplire al deficit visivo testè detto con una maschera appositamente creata dalla Mares che valorizza la visibilità dell’occhio destro.
Tensioni italiane…
Ma all’interno della squadra azzurra il clima non è sereno, volendo prendere a prestito un termine calcistico, si direbbe che lo spogliatoio è spaccato.
Infatti qualcuno aveva già dichiarato pubblicamente … “è ora di finirla con le prime donne”.
Massimo ne soffre tantissimo di questo clima, capisce che non è più ben voluto, anche se solo da pochissimi.

Orbene, durante la prima giornata abbiamo la possibilità di ammirare, vicino Punta Gavazzi, due atleti dalla classe sopraffina, Nanai e Testai (di cui abbiamo già scritto qui).
I due, con estrema sportività, pescano molto vicini lungo una franata che inizia a scendere intorno ai 25 metri sino nel blu. Sono uno dietro l’altro e ritmicamente si superano.
Elegantissime sono le planate che il polinesiano, imbracciando un lungo arbalete in legno, con apnee straordinarie che a volte raggiungono i tre minuti; pesca esclusivamente al libero arrivando a sfiorare i 40 metri.
Testai e Nanai…
Il longilineo siciliano, invece, che non è certo secondo a nessuno per intelligenza tattica e fiuto venatorio, si accorge, complice la visibilità straordinaria dell’acqua, che Nanai è appena passato sopra un lastrone “molto interessante”, adagiato sulla franata a circa 28/30 metri, senza ispezionarlo, infatti per il transalpino la pesca in tana è praticamente un tabù.

Testai, spinto dall’istinto, senza indugio, scende allora nel masso in parola, si affaccia con la dovuta circospezione, rimane qualche secondo affinché le pupille si possano abituare all’oscurità, intuisce subito che la tana ospita un pesce, accende la torcia e contestualmente lascia partire il colpo con il suo micidiale supersten 100 ad una cernia, di oltre 15 chili. Il serranide, pur se sparato superbamente da dietro verso la testa, offre una notevole resistenza e si incastra. Ci vorranno molti tuffi prima che il bestione possa essere messo a pagliolo. E’ una cattura superba, da vero campione, che vale doppio perché sottratta sotto le pinne del fuoriclasse Nanai. Averlo visto lavorare per quasi due ore su quella cernia, diranno i più, è stato uno spettacolo.
Scarpati, invece, per le ragioni anzidette, non ha la dovuta assistenza, non viene puntualmente informato delle pescate che gli altri concorrenti stanno facendo. E’ solo.
La sua pescata è molto regolare, la classe è semplicemente superlativa.
Esclapez…
La prima giornata si conclude con Esclapez primo con 16 prede e 35.065 punti.
A fine gara il francese di Marsiglia ammetterà – con molta onestà – di aver preso tutto quello che aveva visto, nel suo variegato carniere spiccano alcune cernie, saraghi, corvine e dotti. Dirà, inoltre, di aver incrociato in acqua il napoletano e di esserne rimasto, ancora una volta, incantato per la superba tecnica mista ad una classe unica.
Appena attardato di 3.800 punti troviamo al secondo posto Scarpati, con 14 prede e 31.360 punti. Il carniere dell’alfiere della Mares è molto simile – per tipologia di specie – a quello del francese, ma Massimo ha molto da recriminare avendo strappato diverse cernie tutte sul filo dei trenta e più metri.
Al terzo posto il campione americano Ernst (che gareggerà fino all’età di 56 anni, con 7 partecipazioni ai mondiali: un record) con due cernie e due pesci bianchi, quarto Martinuzzi con 7 prede e 21.115 punti, a seguire tutti gli altri atleti.
Il polinesiano Nanai, profondista per antonomasia, accuserà sul finale della gara difficoltà di compensazione, questo lo penalizzerà molto soprattutto nella seconda giornata.
I siciliani Testai e Molteni porteranno al peso, unitamente ad altro pesce bianco, le cernie più grosse della manifestazione, oltre 15 chili cadauna.
Per nazioni la Francia è prima con 64.370 punti, seconda l’Italia con 58.350 punti e terza la Sicilia con 38.315 punti, più attardate seguono la ex Jugoslavia e gli USA.
La seconda giornata
Il modesto distacco, sia quello individuale che a squadre, è ancora colmabile per l’Italia, si spera in una maiuscola prestazione degli azzurri nella seconda giornata.
Il giorno seguente si pesca dalla Grotta Azzurra a Punta Gavazzi, il fondale è notoriamente più avaro e meno impegnativo rispetto al primo, mancano le cadute nel blu.
Il siciliano Giorgio Luna, tanista attento e meticoloso, riesce a scovare in soli 15 metri d’acqua una cernia di quasi dieci chili che gli varrà, unitamente ad un sarago, il secondo posto di giornata.
Gerbino, invece, riuscirà a vincere la seconda manche, riscattando in tal modo l’opaca prestazione del giorno prima, dodicesimo, con due cernie e due pezzi bianchi.
Meno fortunato sarà invece Testai che, sparando dopo un’ora di gara un grosso serranide in 25 metri d’acqua, lo lavorerà per quasi quattro ore senza risultato; peccato perché se avesse catturato questa cernia avrebbe fatto il palio con quella del giorno prima e, forse, il terzo posto in classifica generale sarebbe stato suo.
La giornata, così come già detto, la vince Gerbino con 12.825 punti, segue appena staccato di 900 punti il siciliano Luna con 11.975 punti, Scarpati è terzo con 3 cernie e 11.240 punti, quarto Zanki con 5 prede e 10.635 punti (una cernia ed alcuni pezzi bianchi), quinto Caumer con 3 prede e 9.190 punti (una cernia e due pesci bianchi).
Scarpati, e lo si è capito, non è sereno, la dea bendata non lo assiste neanche questa volta, strapperà un’altra grossa cernia sul filo dei 25 metri, proprio a fine gara.
La classifica finaledel Gran Premio di pescasub ad Ustica
La classifica finale vede vittorioso, facendo quindi il palio con la vittoria di Arbatax, Esclapez con 42.910, anticipando di soli 310 punti Massimo Scarpati con 42.600 punti, terzo Ernst, quarto Caumer, quinto Martinuzzi, sesto Luna, settimo Zanki ed a seguire tutti gli altri.

Per nazioni l’Italia supera per soli 3445 punti la Francia, terza la Sicilia con 56.740 punti, segue ex Jugoslavia e USA.
Le non perfette condizioni di Nanai nella seconda giornata (12°) penalizzeranno l’atleta e la stessa Francia.
Ma il fuoriclasse marsigliese continua a raccogliere successi su successi: nel 1975 vince il primo titolo nazionale, segue qualche mese dopo il mondiale in Perù. Nel 1976 è già alla seconda vittoria consecutiva in gare internazionali (Arbatax e Ustica).
Sia consentito fare alcune considerazioni, naturalmente di carattere personale.
Alla luce del piazzamento ottenuto (9° in classifica generale su 15 atleti) non è stata proprio azzeccata la convocazione di Gerbino, forse sarebbe stato meglio convocare un Toschi, un Jurincic (vedi il racconto a questo link), un Beltrani od un Santoro (di cui abbiamo già parlato qui), notoriamente più indicati per questa tipologia di fondali.
Il clima che si respirava all’interno della squadra era oggettivamente poco sereno.
Ma vi è di più.
Il carniere “asciugato”
Nella seconda giornata Scarpati ha portato al peso alcuni pesci bianchi al limite del peso minimo di gr 400, nonché una cerniotta anch’essa vicina al limite minimo (gr. 1000). Ebbene, mentre il pescato di Esclapez è stato pesato per primo (anch’egli aveva due pesci bianchi entrati per un soffio), quello di Massimo, che si sapeva avere alcune specie dal peso risicato, è stato “inspiegabilmente” pesato per ultimo.
Per essere più precisi il pescato è rimasto al sole per oltre un’ora “asciugandosi” inevitabilmente. Risultato: i pesci a “rischio” sono stati tutti scartati per un non nulla dall’impietoso ago della bilancia, compresa la cerniotta testè descritta per soli 10 grammi.
Tale scelta, inspiegabile, è stata fortemente voluta da qualcuno.
Questa ingiustificabile decisione è costata la vittoria al napoletano che ne aveva bisogno più di tutti, naturalmente sotto il profilo psicologico, per via dell’incidente all’occhio.

Sarebbe bastato pesare il carniere dell’alfiere della Mares magari subito dopo quello di Esclapez per leggere oggi un’altra classifica e, quindi, fargli alzare in cielo l’ambito Trofeo del gran premio di pescasub di Ustica.
Campioni e salumieri…
Ma evidentemente a qualcuno questo non stava bene, ha remato contro con tutte le proprie forze riuscendo nell’intento annunciato (…è ora di finirla con le prime donne).
Scarpati, limpido fuoriclasse in acqua e campione di stile nella vita, ideatore di vincenti attrezzature (pinne lunghe, maschere dal volume interno ridotto, arbalete pneumatici, coltellino da cintura), refrattario a qualsiasi forma di polemica, intuendo il clima avverso, due mesi dopo abbandonerà l’agonismo in occasione degli assoluti delle Egadi, sollevando dopo i primi venti minuti di gara, una corvina ed un sarago. Purtroppo questi due pesci saranno gli ultimi di una carriera agonistica senza eguali.
Con grande pace del salumiere di Livorno.
Ma la classe cristallina ed irripetibile del napoletano sarà eternamente ricordata, altri saranno invece occasionalmente menzionati solo per la bontà del proprio parmigiano.
Gigi Anastasi
5 COMMENTS
Grazie a nome della giustizia sportiva della tua fredda e meticolosa analisi . Come tutti i pescatori Napoletani che hanno avuto la fortuna di essere illuminati dalla classe di Massimo Scarpati ed hanno goduto della sua conoscenza non comprendevo appieno certe manovre della federazione non chiarite mai nemmeno dallo stesso Massimo nelle tante brevissime interviste ne nella sua biografia IL TEMPO DI UN’APNEA.
Grazie anche per i chiarimenti “gastronomici” .
Complimenti a Gigi Anastasi per la cronaca della gara , ma ancor più per le delusioni che ho dovuto patire in quell’ occasione. Ero convinto dopo l’incidente che avrei dovuto riabituarmi ad una nuova condizione ma ero certo che avrei potuto farcela ma quell’atmosfera dì ostilità più volte chiaramente espressa dai nuovi dirigenti della Federazione , in prima linea Di Laghi salumiere di Livorno mi convinsero che non era più il caso è mi ritirai. Non ricordo chi ma in una discussione animata uno di costoro se ne uscì con questa espressione nei miei confronti : “ ogni scarpa diventa scarpone”.
A voi , Ripa prima , a Te dopo e a Mazzarri dopo ancora rimane il dispiacere di non essere apprezzati da alcune persone nella federazione , a noi rimane l’onore di avervi conosciuto, la immensa fortuna ( per alcuni ) di avervi visto gareggiare e per altri il privilegio di esservi diventati amici.
…salumiere di livorno!
Cmq la storia tutti voi l’avete fatta, ci avete trasmesso tanto,ci avete insegnato molto. Anche il giochetto del pesce infilato sulla punta del supersten..per attirare i dentici (intendo) e poi quelle immagini su Mondo Sommerso a molti ventenni come me, ci diedero il colpo di grazia (positivo) ad impegnarsi ancora di più.
Titou? Ovvero Esclapez, era forte non bisogna negarlo,io ho usato la maschera tonda (quella di paperino..) la Compensator e poi Super Compensator fino alla fine della carriera (per salute) sub….era (è) perfetta per il mio viso!
Massimo Scarpati indiscusso campione. Indimenticabile