
Losito: dal bronzo di Svendborg, al 26° posto di…
Come promesso, conclusisi gli ultimi campionati nazionali, ritorniamo a parlare con Marco Bardi e con gli atleti in gara a Svendborg per entrare un po’ più nel dettaglio degli aspetti tecnici (strategia, tattica, tecniche psicologia di squadra) senza tralasciare o girare intorno alle tematiche che accendono le discussioni nel nostro ambiente anche al di la del solo Campionato Euro-Africano.
Abbiamo risentito Marco Bardi, Direttore Tecnico della Nazionale e, colta la sua solita disponibilità, senza girarci attorno, siamo andati diretti su un tema che riteniamo importante chiarire e che, non nascondiamolo, ha fatto discutere.
Perché un atleta come Valerio Losito che riesce ad ottenere un 3° posto al campionato Euro Africano, finisce poi per retrocedere (da classifica) in un Campionato Italiano di Qualificazione?
(Ci spiace che Valerio non abbia un profilo social in modo da poterlo coinvolgere direttamente dato che si parla di lui, ma vogliamo comunque chiarire la nostra stima verso di lui come Atleta e la simpatia personale come uomo: questo post va letto come una discussione su un tema caldo e mai come una sorda critica, ndr.)
Prima di spiegare i motivi, voglio evidenziare come sia accaduto quello che professo da sempre, ovvero che non si possono equiparare le gare Nazionali con quelle Internazionali per molte ragioni. In questo specifico caso c’è però da mettere in risalto un particolare che a molti forse è sfuggito. Quando siamo partiti per la Danimarca, si viveva un momento di grande entusiasmo ed eravamo carichi, tutti erano concentrati su quella gara da mesi. Siamo giunti sul posto ed abbiamo lavorato non per molti giorni, ma per quanti bastano a studiare la situazione e il fatto che lo facevamo tutti assieme dava maggiore serenità a tutti gli atleti. In pratica nessuno doveva fare congetture o perdersi nei meandri del chissà cosa sto sbagliando? Pertanto ogni atleta ha potuto esprimersi al meglio tirando fuori le proprie doti e soprattutto potendole mettere in pratica. Questo spesso non succede ai campionati nazionali, dove quasi sempre ci sono componenti molto diverse e più legate al tempo di preparazione, alle conoscenze del posto, alla tranquillità di organizzarsi per tempo e fare ciò che si preferisce. Qualcuno si era domandato che ci facesse in squadra uno come Losito che è uno tra i più forti profondisti. Questo è spesso il limite di chi guarda e giudica dall’esterno, basandosi solo su luoghi comuni e su voci riportate o scritte spesso da chi non sa nemmeno di cosa sta parlando. Losito è forte atleticamente anche per quanto riguarda la tenuta, la pinneggiata, la sofferenza. È uno che se deve andare in Danimarca a fare una gara difficile e particolare, sa mettere in primo piano l’obiettivo, infatti da mesi si allenava in modo specifico, sacrificando anche le sue uscite di pesca. Non tutti avrebbero accettato un tale impegno, anzi qualcuno lo ha proprio declinato.
Il risultato di Losito ha dimostrato in modo chiaro che nonostante non fosse uno dei primi all’assoluto, ha saputo fare bene in campo Internazionale. Non tutti quelli che vediamo fare bene in Italia avrebbero poi dedicato il loro tempo per una preparazione atletica differente, per una trasferta difficile e rischiosa per il proprio prestigio. Invece sapevo che Losito lo avrebbe fatto per l’Italia e non per se stesso, quindi mi sentivo sicuro che poi avrebbe collaborato e fatto bene. Detto tutto questo, passo alla spiegazione logica della mancata qualificazione:
È tornato dalla Danimarca mentre quasi tutti gli altri erano sul posto a preparare il campionato di Casalabate. Ha avuto poco tempo e si è trovato ad affrontare una gara totalmente differente nel giro di pochi giorni. Chi non ha mai gareggiato ad alti livelli non può sapere che quando ti alleni per mesi in un certo modo e poi vai a gareggiare lontano in condizioni opposte a quelle abituali, carichi adrenalina e stress a non finire, per cui appena la gara termina, specialmente con un bel risultato e soprattutto con un viaggio di 30 ore – hai almeno 10 giorni di scarico di adrenalina, di stanchezza e di confusione mentale. La prima parte che ne risente è quella motivazionale e di conseguenza quella mentale, per cui non riesci ad essere motivato ne lucido, ti senti a pezzi e fai fatica a fare qualsiasi cosa che in altri momenti faresti senza sforzo.
Sembreranno cose astratte per chi non le ha mai provate ma voglio ricordare un esempio che forse farà capire meglio. STEFANO BELLANI uno dei più forti atleti italiani di sempre, nel 1996 ritorna dal Campionato del Mondo a Gijon e si reca a Cagliari zona Poetto a disputare il Campionato Assoluto, dove potrà preparare anche diversi giorni in condizioni buone. Nonostante tutto finirà 22° in classifica retrocedendo e soprattutto realizzando solo 10% del punteggio di chi vinse, eppure uno come Bellani non si può discutere, ma è la dimostrazione di quanto ho appena elencato. Non è stato l’unico caso ce ne sono tanti, ma non vi annoierò ad elencarli, dico solo quello che sostengo sempre, un atleta per fare bene, ha bisogno di serenità e di lucidità e questa va creata molto prima di una competizione. Per me i valori di Losito non cambiano e so bene cosa può dare se viene, messo in condizione di esprimersi.
Non dimentichiamoci poi che il campionato di Casalabate è stato falsato dal brutto tempo dove non era facile trovare il bandolo della matassa. Chi ha fatto bene ha dimostrato senza dubbio di avere delle qualità, ma in molti sono stati disorientati, da una tipologia di gara che raramente si verifica.
Concludo ricordando che ho piacere di rispondere a domande da parte di fonti attendibili come questa, ma non rispondo a domande provocatorie e inutili che spesso mi fanno notare. Ritengo che ci sia molta confusione e ignoranza in materia per cui apprezzo chi fa informazione seria, mentre credo che la disinformazione e la polemica sterile, sia il cancro di questa disciplina.
1 COMMENTO
Io ancora sto cercando di capire la mia di performance!!!!!!!!!!