
Il re di Catania: Giuseppe Gabriele, lo zio Pino
Con il nostro Pietro ci siamo dati il compito, certamente arduo, di proporre dei brevi racconti (rigorosamente degli autentici flash) sugli atleti più rappresentativi del nostro passato agonistico nazionale.
Con grande temerarietà tenterò di provarci, ma so già che il compito non è dei più facili.

Orbene, voglio inaugurare oggi questa rubrica con un atleta siciliano sicuramente di grande caratura, il catanese Giuseppe Gabriele, classe 1955.
Iniziamo con un conciso excursus.
Pino si accosta giovanissimo alla pesca subacquea preferendo il mare alle aule scolastiche. Lui è un autodidatta, all’inizio la sua pesca è goliardica, fatta solo con il corpetto ed il fido jaguar, con ore ed ore di mare sulla pelle, da maggio sino all’inizio di novembre, perché in Sicilia il clima lo permette.
E’ ancora sedicenne quando si iscrive al CI.CA.SUB. Catania, circolo siciliano tra i più vetusti del panorama nazionale, ma è già una certezza per le qualità atletiche dimostrate ed, in primis, per una proverbiale grinta.
Evidenzia subito un fiuto straordinario per i pinnuti, unitamente ad una forza fisica senza pari (ricordava molto la corporatura di Carlo Gasparri); ben presto questo gli varrà l’appellativo di “Belvo” per via della sua inusuale forza fisica.
A diciotto anni esordisce nelle gare di qualificazione ed a 20 anni, nel 1975, partecipa già al primo precampionato italiano alle isole Tremiti.
Da questa prima convocazione sarà un divenire di conferme, di successi e di vittorie, dove la pesca in tana, quella fatta cioè buco per buco, sarà la sua vera ed autentica arma vincente.
Nel 1987 lascerà, dopo quindici anni – in punta di piedi e con la morte nel cuore – il Ci.Ca.Sub. Catania, per fondare un proprio sodalizio.
Ed è qui che avviene la vincente svolta agonistica di questo autentico e cristallino Campione.
Pino, soggetto dal cuore grande e generoso, si caricherà di tante responsabilità, trasformandosi – da superlativo atleta – anche in un autentico caposcuola, formando decine e decine di atleti che contribuiranno a dare lustro agonistico al suo sodalizio.

Nel 1994, a soli 39 anni, al Campionato Italiano di Seconda Categoria svoltosi in Puglia, e più precisamente nelle acque di Torre San Giovanni (LE), stravincerà entrambe le giornate con un punteggio storico, mai raggiunto prima: 85.250 punti per 51 prede: un record ancor oggi mai eguagliato.
A tal riguardo voglio ricordare che, dopo oltre cinque lustri, i pescatori pugliesi ricordano ancora quelle straordinarie cordate di saraghi: tanti sparidi non si erano mai visti prima…

Questo eccezionale successo, limpido, genuino e soprattutto meritato, conquistato senza “aiutini odritte dei sub locali” ma solo con il suo infallibile fiuto, arriverà dopo molte vittorie e qualche inevitabile amara sconfitta.

Il successo lo collocherà – con pieno merito – nell’olimpo del gotha dell’agonismo italiano, e vi resterà per diversi anni, gareggiando sempre per i colori della Mares.
Nella sua lunga carriera di 30 anni di agonismo, conquisterà innumerevoli primi posti.
In occasione del campionato di seconda categoria di Gallipoli del 2002, a 47 anni, decide di smettere con l’agonismo, convogliando tutte le energie nel suo circolo e, neanche a dirlo, continuerà ovviamente ad andare ancora a mare con brillanti risultati.
Va doverosamente ricordato che il sodalizio creato da Gabriele, l’Atlantide di Catania, sarà nel panorama agonistico italiano, dal 2013 sino al 2019, il circolo che avrà il maggior numero di atleti tra la prima e la seconda categoria, arrivando ad allineare nel 2017 ben 4 atleti in prima categoria.
Tale successo, forse mai raggiunto nel panorama agonistico italiano, è esclusivamente merito di Pino Gabriele, autentico caposcuola della pesca sub catanese dove, a differenza di molti, ha costruito prima, e scremato poi, molti atleti, creando autentiche “covate” di futuri campioni.
Ancor oggi in acqua Pino è inconfondibile, praticamente unico: possiede l’eleganza di una Rolls-Royce e la forza prorompente di un bulldozer.

Compendiato l’excursus storico in forma assai sintetica così come mi è stato richiesto, a questo punto mi pare doveroso formulargli qualche domanda, iniziando a chiedergli quale atleta, da lui formato, ricorda con maggiore simpatia.
Pino risponde che sono veramente tanti coloro che si sono foggiati con lui, ma un nome fra tutti è Fabio Bertuccio, oggi uno dei più stimati e preparati istruttori del panorama nazionale.
Qual è l’episodio che più di tutti ti ha segnato?
La scomparsa a mare nel dicembre 1990 di un giovane atleta acese, Giovanni Balsamo, un gran bravo ragazzo, genuino e sincero oltre ogni dire, giovane atleta sicuramente di grande valore, il cui circolo di appartenenza non lo ha saputo valorizzare.
Un suggerimento per i giovani che si affacciano oggi all’agonismo?
Ho sempre inculcato loro tre valori: la prudenza, la lealtà verso gli altri atleti ed il rispetto del mare. Se poi nel soggetto c’è anche della stoffa … il resto viene da se.
Cosa ci dici in ordine al presunto depauperamento del mare?
La pesca industriale è la vera causa dell’impoverimento del nostro mare. In ordine alla pesca sub il prelievo, oltre ad essere molto selettivo, è quantitativamente irrisorio. Sono comunque dell’avviso che, a differenza di quanto molti affermano, di pesce c’è né ancora, solo che i pinnuti sono diventati molto più furbi rispetto al passato, e quindi meno visibili, ed hanno anche cambiato soprattutto abitudini; questo spiega la presunta “povertà” dei fondali; ma il bravo pescatore riesce ancora a fare carniere ed a recuperare (quasi) sempre un pesce per la cena…
E l’atleta che più di tutti ti ha deluso?
A questa imbarazzante domanda un breve sorriso compare nel suo viso ancora giovanile e, schernendosi, preferisce non spenderne il nome.
Pino, ragazzo semplice e genuino, sempre corretto e leale, agonisticamente completo e fisicamente dotato come pochi, ancor oggi a 65 anni è il punto di riferimento per i pescatori subacquei della città di Catania, infatti le sue pescate sono sempre tra le più ricche per tipologia di specie.
Alcuni anni orsono sono stato invitato ad una riunione del suo circolo, l’Atlantide, per festeggiare un evento. Ebbene al suo arrivo in sede un’autentica ovazione di stima si è alzata tra i molti presenti del richiamato sodalizio.
In tanti anni non sono mai stato testimone di un consenso così numeroso e sentito: questa è la prova provata di quanto questo personaggio abbia seminato bene e, soprattutto, quanto sia veramente amato da questa città…

Sono in tanti ad affermare che Pino ha sicuramente vinto meno di quello che avrebbe meritato ma, di converso, ha raccolto tanti consensi positivi da tutti gli atleti d’Italia che lo hanno agonisticamente conosciuto; e questo vale più di qualche … fortuita ed occasionale vittoria.
Lo zio Pino, e solo lo zio Pino, è l’autentico re di Catania: ha scritto nel tempo una pagina veramente indelebile dell’agonismo di questa città.
Grazie zio Pino, il tuo impegno profuso negli anni sarà sempre ricordato ai posteri, perché sono certo che ci sarà sempre una penna amica pronta a scrivere ancora di te.
Gigi Anastasi

1 COMMENTO
Ho conosciuto Pino : prima gareggiando a Catania quando ero molto giovane e quando a Catania al 1 posto vinceva Pino o Gigi Anastasi è viceversa . Poi ci siamo incontrati in Sardegnaper un campion. italiano ed insieme ad altri amici siamo andati a pescare all’isolotto del Toro tra risa e amicizia non potrò dimenticare quel giorno . Penso anche Pino..Saluti e abbracci Gigi .Ciao Achille .