
Euro-Africano 2019: un’analisi critica con Marco Bardi (parte 2…
Seconda parte della conversazione con Marco Bardi.
Per chi si fosse perso la prima parte può trovarla a questo link: PARTE 1
Voci di corridoio ci parlano di Nazionali, con buoni budget alle spalle, che hanno avuto la possibilità di studiare quelle acque e quelle condizioni meteo marine con ampio anticipo.
Qualcuno, probabilmente, ha anche investito su “guide” locali. Tutto sommato, questa volta, a noi il ridotto margine temporale per la preparazione e la, diciamo, “essenziale” trasferta hanno consentito un risultato ottimale, ma ti chiediamo, quali risorse potrebbero essere utili alla Nazionale per avere sempre la certezza di un’ottima preparazione di
una gara internazionale? Sentire il supporto e la vicinanza dei tifosi dalla madre Patria è tra queste?
A SVENDBORG la scelta di andare in 4 è stato il classico esempio di fare di necessità virtù. Il Budget non ci consentiva grandi investimenti e le condizioni estreme, difficili e sconosciute, mi hanno fatto scegliere per un gruppo più ristretto, ma più affiatato. Non è così in ogni gara e a seconda dei casi devi cercare di modellare il tutto come un progetto simile a quelli aziendali, guardando il budget, gli interpreti, gli obiettivi, le necessità
generali, in pratica ottimizzare il tutto in funzione del progetto. Restando nello specifico della domanda, per avere più risorse servono anche i risultati, i quali generano delle reazioni a catena che poi a loro volta portano a migliorare le risorse. Il primo obiettivo che mi era stato chiesto dalla Federazione, era ricostruire una squadra con determinate caratteristiche e credo lo abbiamo raggiunto in largo anticipo molto prima di questa gara. Il secondo obiettivo – erano i risultati in gara, ovvero tornare competitivi. Anche questo era già stato raggiunto prima di questa ultima competizione, ma il risultato di questo EuroAfricano è la ciliegina sulla torta. Finalmente abbiamo piazzato 2 atleti sul podio e 3 nei primi 4 – inoltre abbiamo vinto per nazioni, quindi stiamo parlando di risultati che
mancavano da un lunghissimo periodo. Chiaro che con i risultati si muovono più meccanismi che migliorano la fiducia e le risorse. Di solito i migliori momenti anche del mercato della pesca in apnea Italiana, coincidono con i migliori momenti dei risultati agonistici della nazionale e spero che potremmo contribuire a riportare l’attenzione Mondiale sul mercato Italiano. Il terzo obiettivo è appunto quello di cercare di colmare il
Gap economico e organizzativo con altre Nazioni. Siamo contenti come Club azzurro di come la nostra Federazione sta investendo sulla nazionale di Pesca in Apnea e non ci fa mancare il supporto, sia economico che politico, ma si deve sempre guardare oltre e non accontentarsi mai. L’Italia come nazione, ha perso di peso politico e di prestigio a livello Internazionale, per cui riportarlo in alto ci aiuterebbe anche sotto il profilo del peso politico Internazionale e degli investimenti. Non è mio compito parlare di politica e me ne guardo bene dal farlo, ma vedo una nuova linfa e una nuova voglia di ricostruire, di aggiustare qualcosa che non funzionava bene. Sono fiducioso e convinto che anche questo obiettivo, verrà raggiunto. Non saprei come e quando, ma c’è chi ci sta già lavorando e naturalmente qualche idea la propongo anche io, come ad esempio istituire degli stage formativi, riunioni specifiche ai fini culturali sia tecnici che di sicurezza, rivedere a 360° l’ambiente agonistico per renderlo più moderno e più qualitativo.
Sarebbe fantastico riportare un certo entusiasmo anche tra i tifosi, abbandonando una volta per tutte le vecchie e consumate polemiche sterili. In questi anni c’è stata spesso falsa informazione, messaggi critici e tendenziosi. Il tutto non fa altro che disorientare e se vogliamo crescere, dobbiamo semplicemente restare uniti. Siamo pochi e deboli (agonisti e pesca sub ricreativi) pertanto dobbiamo cercare di restare uniti e aiutarci a diventare più forti. Il rispetto del CONI e delle istituzioni, lo garantisce solo lo sport, in televisione o alla radio nazionale, intervistano solo i campioni dello sport e non un bravo pesca sub amatoriale, per cui lo sport è utile se viene gestito bene e diventa più moderno fino a farlo diventare un veicolo per far conoscere a tutti la disciplina. Il Pescatore ricreativo può beneficiarne in peso politico, ma al tempo stesso come è sempre accaduto, può apprendere molto dallo sport e dai campioni veri, quelli vanno in acqua quasi ogni giorno e sudano le sette camicie per diventare più esperti. Sono gli unici seguiti dai medici che studiano le patologie della pesca in apnea, sono gli unici invitati dalle istituzioni perché sono gli unici che conquistano con regolamenti e Classifiche una certificazione delle loro vere qualità.
Allo stesso tempo il pescatore in apnea ricreativo è utile per rafforzare la categoria con dei numeri più alti e con la forza economica del mercato. Per capirci, se uno sport funziona e ci sono tanti tifosi, il mercato si sviluppa meglio, le aziende investono di più, le testate mediatiche diventano di più e più di qualità, lo sviluppo dei prodotti ottiene maggiori investimenti. I paesi esteri comprano di più in Italia e così via. Insomma è una catena ampia e variegata, che negli anni 90 funzionava molto bene, poi è andata scemando, per tutta una serie di discutibili motivi. Se otterremo risultati come categoria, sarà possibile solo se siamo tutti uniti e se rimettiamo insieme la catena. In altri paesi abbiamo visto suddivisioni che hanno causato solo perdite in tutti gli schieramenti. Se c’è un problema e ce ne sono tanti, lo si affronta con intelligenza e si cerca di risolverlo. Non si fanno le piazzate e si professa la suddivisione perché è il nostro punto debole. La più antica ed efficace tattica recitava” Divide Et Impera” ovvero dividi per comandare o per conquistare meglio. Non lo dico io, ma lo dice la storia che dividerci è il nostro punto debole. I nostri peggiori nemici li abbiamo all’interno e non all’esterno come si crede. Bisogna smettere di vedere mille scenari, mille idee inverosimili, dobbiamo diventare costruttivi, flessibili, pazienti, uniti. L’agonismo ha i suoi difetti come la pesca ricreativa e tutti dobbiamo migliorarci per diventare più credibili e più forti, per andare nel futuro, altrimenti saranno guai.
Abbiamo bisogno come il pane di fonti attendibili dove il pubblico può attingere notizie vere e non le continue bufale che si leggono, che portano solo fuori strada. Approfitto per dire che a mio avviso sarebbe bene leggere, guardare, ascoltare, solo fonti attendibili e non seguire più chi si inventa bufale per i propri meschini scopi. Tutto questo si inserisce nel contesto della domanda perché per crescere e per migliorarci, abbiamo bisogno di equilibri nuovi e di persone capaci di portare maggiore professionalità, mentre dobbiamo debellare il cancro di questa categoria, ovvero la polemica distruttiva e favorire la crescita di buon senso e di cultura generale.
Proprio per questo, vorrei ringraziarvi per il contributo dato all’informazione, specialmente con l’interessante rubrica ROAD TO SVENDBORG. Continuate così, ne abbiamo bisogno!